Il bicchiere di Pitagora

 

L’ accenno ad Aristarco nell’esempio dell’eliocentrismo nella precisazione su OK, mi ha fatto venire in mente un grazioso aneddoto. Aristarco era dell’isola di Samo, che sta ad un tiro di schioppo dalla costa turca, ed è famosa, oltre che per la sua selvaggia natura, anche per aver dato i natali ad uno dei più grandi geni dell’umanità : il matematico e filosofo Pitagora. Si, proprio lui, quello della tavola con le tabelline e del teorema sul triangolo retto, che il quadrato della lunghezza dell’ipotenusa è esattamente uguale alla somma dei quadrati della lunghezza degli altri due lati. Sapete, la Grecia era (ed è…) un piccolo Paese senza risorse, a parte l’olio, il vino e la pastorizia, tanto che ancora oggi, in pratica, vive solo di turismo. Dopo la clamorosa vittoria di Salamina nel 480 a.C. in cui distrussero la sterminata flotta persiana, i Greci erano ammirati da tutti e conobbero un momento di grande fulgore politico ed economico e di splendida affermazione nelle arti e nello sviluppo del pensiero filosofico, al punto da divenire il punto di riferimento di tutte le mode dell’epoca. Si comprava di tutto, purchè fosse greco: vino, olio, navi, statue, ma soprattutto vasellame, oggettistica varia, gioielli. Un po’ come succede oggi col made in Italy, dove se vai in un negozio di Tokyo, Vancouver, o Stoccolma più che l’articolo in se, si controlla se è di una griffe italiana. E più vendevano e più i designer ellenici si sbizzarrivano in forme e decorazioni sempre più sorprendenti ed affascinanti. Fu quello il periodo in cui i Greci imposero al mondo conosciuto, tra molte altre cose, la moda del simposio. Inizialmente, il simposio non era altro che un servizio composto da un vassoio, dei bicchieri, ed un cratere. Questo era una sorta di grosso vaso aperto a forma di calice che serviva a contenere il vino. Col linguaggio di oggi diremmo che il simposio era un kit per bere il vino in compagnia. Gli amici si riunivano davanti ad un simposio disposto su un tavolo e bevevano per ore sin quando non erano tutti ubriachi od era finito il vino. Quando si organizzava l’avvenimento, gli amici si passavano parola con : “Vi va un simposio stasera? Si ?? (loro ancora non dicevano OK…), Allora al tramonto tutti da Liside..” Poi è invalso l’uso sino ai giorni nostri di usare il termine simposio come sinonimo di convegno, riunione, seminario, anche se noi tutti speriamo fermamente che nei simposi di medicina i partecipanti non si abbandonino a memorabili libagioni, ma parlino a ragion veduta di diagnosi e terapie. Allora tutto questo per dire che c’era in Grecia il culto del bere con un suo specifico rituale, cui certo i pitagorici non si sottraevano. Pitagora di Samo era un uomo severo, rigoroso e pignolo, e non sopportava proprio i furbi che con la scusa di prestarsi a mescere il vino riempivano il proprio bicchiere più di quanto facessero coi bicchieri degli altri commensali. Allora ci pensò su e tirò fuori un’invenzione geniale: il bicchiere per fare fessi i troppo furbi. A vederlo si presenta come un normale bicchiere di coccio e l’unica differenza con un bicchiere comune è che all’interno c’è una specie di gambo, alto sino quasi all’orlo, chiuso, ma dotato di due forellini posti appena sopra la sua attaccatura al fondo del bicchiere. Funziona così: se si riempie il bicchiere sino ad un livello ragionevole non succede niente e si può bere. Se uno fa il furbo e lo riempie troppo, allora la pressione sospinge il liquido, attraverso i due forellini sul gambo, ad invadere l’interno a sifone del gambo e quindi a tracimare in un canaletto interno. Si viene così a creare una depressione che provoca il risucchio di tutto il contenuto del bicchiere, che viene così espulso dal fondo. Un po’ come quando si spilla il vino da una damigiana, o si ruba la benzina dalle auto, aspirando il liquido con un tubo di caucciù. E non c’è modo di fermare questa emorragia (dal greco aimorragia, parola composta da aima : sangue, e dalla sostantivazione del verbo reg-nimi : rompere). E’ una cosa stupefacente! Questa storia io l’ho definita un aneddoto su Pitagora, ma il bicchiere giuro che è vero, esiste!! Io ne ho comprati 5 o 6 nell’isola di Samo ad un prezzo irrisorio, tipo 2 € l’uno, e sono andati letteralmente a ruba tra i miei amici, nel senso che me li hanno proprio rubati tutti, tranne uno, che son riuscita a porre in salvo in cucina nascondendolo nel barattolone in cui la mamma conserva i fagioli secchi. Quindi se andate a Samo, ed io vi garantisco che vale la pena farsi un giro in quell’angolo delizioso dell’Egeo, dal quale vi potete spingere sino a Bodrum, Efeso, e Yalikavak in Turchia, sapete già qual è il souvenir da comprare per voi stessi ed i vostri amici. Mi raccomando! Buon viaggio. Ciao, Caelsius.